Siamo negli anni ’60 dell’Ottocento. L’Unità d’Italia è stata compiuta, ma ancora a Roma resiste lo Stato Pontificio, che impedisce il completamento dell’unificazione e il trasferimento della capitale da Firenze. Dal punto di vista dei patrioti del Risorgimento si tratta di avere ancora lo straniero arroccato nel cuore della Patria. Nel Nord Italia si instaura una forte corrente anticlericale, che si innesta con i movimenti di riscossa sociale, da cui nasceranno le lotte operaie e il socialismo. In questo fervore di idee nuove prende vigore per la prima volta il movimento femminista, rappresentato da numerose donne che fiancheggiano Mazzini e collaborano alla propaganda e all’organizzazione delle varie manifestazioni rivoluzionarie.
Maria Alimonda Serafini, patriota genovese, si inserisce in questo quadro fin dal 1859 (era ventiquattrenne) partecipando ai comitati costituitisi a Genova per l’indipendenza nazionale. “Scrittrice e libera pensatrice” come scrive sulla busta di ogni sua lettera, si segnala come autrice di saggi dedicati soprattutto alle donne. Il suo intento è quello di rendere comprensibili le basi del razionalismo alle donne delle classi inferiori, spesso illetterate o comunque non in grado di leggere i testi dei filosofi. Qualcuno potrebbe trovare un po’ ingenuo il suo ardore nello scagliarsi contro il senso comune precostituito, specie per quanto riguarda le credenze religiose, ma leggendo con attenzione questo Catechismo popolare per la libera pensatrice si scopre che ogni passaggio è ben documentato, ogni frase è calibrata per giungere allo scopo: aiutare donne (e uomini) a pensare con la propria testa.
Volume di 150 pagine in formato 11×16,5 cm. Brossura, copertina morbida. Progetto grafico e illustrazione di copertina di Enrica Massidda.
ISBN: 9788898556526