Ho cominciato a leggere negli anni ’50 del secolo scorso. Si leggevano libri per ragazzi e si sfogliava l’Enciclopedia dei ragazzi Mondadori. L’Enciclopedia era organizzata in un modo molto speciale, assai diverso da quelle per adulti. Non c’erano voci esposte in ordine alfabetico, ma cosiddetti “libri”, che correvano tra i dieci volumi dell’opera, tutti spezzettati un po’ qui un po’ lì, con un complicatissimo “indice ragionato” alla fine, che faceva riferimento a numeri di pagina a quattro cifre. Bisognava essere molto intelligenti per trovare qualcosa. Oppure, semplicemente, si sceglieva un volume e lo si sfogliava pagina per pagina, riempiendosi gli occhi e il cervello delle varie informazioni e figure, e saltando di libro in libro. In ciascun volume ti appariva più volte il “Libro della poesia” e il “Libro dei passatempi”, e così via. Tra gli altri c’era il “Libro delle conquiste umane”, che era quello che mi affascinava maggiormente, dove si parlava qua di ferrovia, là di radio, di ponti sospesi, di energia nucleare. E anche di macchinari da stampa. Mi ricordo di aver contemplato per ore le figure che spiegavano il funzionamento della meravigliosa macchina linotype, per cercare di capire come fosse possibile arrivare a inventarne una, che razza di cervello doveva avere quel tedesco che l’aveva progettata. Era bello e un po’ eccitante avere per le mani un libro che ti spiegava il modo stesso in cui era stato composto, stampato e rilegato. Pensavo, negli anni ’50, che il futuro sarebbe stato tutto molto automatico, meccanico e rumoroso come quel macchinario, e tutto avrebbe profumato di grasso, come la macchina da scrivere di mia nonna.
Ora le cose sono un po’ cambiate, e come sempre il futuro non somiglia minimamente alla proiezione del passato. I linotipisti sono ormai tutti in pensione, e così pure i correttori di bozze, i telescriventisti e tutti gli altri, colonne portanti della vecchia, moderna tipografia.
Recentemente ho ripreso in mano quell’enciclopedia, per spostarla da uno scaffale a un altro, e son subito voluto tornare a quell’articolo, quel capitolo del “Libro delle conquiste umane” che spiega come nasce un libro. E siccome in quell’articolo se ne fa riferimento, ho riletto anche il capitolo che spiega come nasce un giornale. Se li leggi, almeno sai cos’è uno stereotipo e da dove deriva il nome della linotype. Ecco, per i più curiosi, le scansioni dei due articoli (da l’Enciclopedia dei ragazzi, Mondadori 1956) (MisterX)
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