Ho per le mani uno di questi nuovi libriccini, lanciati da un olandese e brevettati in tutto il mondo. In Italia l’esclusiva di sfruttamento del brevetto è stata acquistata da Mondadori, che negli ultimi mesi, a partire da maggio, ha pubblicato alcuni titoli. Il catalogo di questa collana è quasi tutto costituito da bestseller, e poi ho capito perché. Io ho preso “La solitudine dei numeri primi” di Paolo Giordano.
Flipback è un libro ruotato di 90 gradi: le righe del testo sono stampate lungo il lato lungo delle pagine, e il formato (8×12 cm) è studiato in modo che le due piccole pagine, messe in verticale, formano una pagina simile a quelle dei “vecchi” tascabili, come mostrano le foto di questa pagina. Una manovra puramente commerciale? Sia pure, se riesce a portare un libro in una tasca o una borsetta nuove.
La carta sottilissima, la cucitura in filo di cotone e la legatura con una speciale copertina in cartoncino rigido e tela aiutano a ottenere un volume di dimensioni veramente ridotte, un vero tascabile. Mi fa pensare a certi libriccini religiosi dell’Ottocento, mille pagine sul palmo di una mano. Il mio libro conta quasi cinquecento pagine in poco più di un centimetro di spessore e cento grammi di peso.
Prima considerazione: la stampa di questi libri deve essere costosa. Visto che il prezzo di copertina oscilla tra gli 8 e i 12 euro (il mio ne costa 9,00), per mantenere un margine accettabile è necessaria una grande tiratura. Ecco perché in catalogo ci sono solo bestseller.
Ed eccoci alla prova di lettura. Negli spot pubblicitari ho visto una piccola mano femminile tenere il libro, mentre il pollice della stessa mano sfogliava le pagine, avanti e indietro, con disinvoltura. Ho provato ma non sono riuscito a ottenere gli stessi risultati: in definitiva servono sempre due mani, come con un libro classico. Resta il vantaggio delle dimensioni e della leggerezza, e sicuramente con un po’ di esercizio si possono ottenere buoni risultati.
Il carattere scelto per la stampa, un “sans serif” in corpo piuttosto ridotto, assicura una lettura abbastanza confortevole anche se non molto piacevole (il lettore di libri di carta ama le “grazie”), e inoltre bisogna sopportare una certa trasparenza delle pagine, che fa apparire le ombre del testo sottostante. Comunque, poco male.
Mi sarebbe piaciuto che la numerazione delle pagine seguisse coraggiosamente la nuova logica di questi volumetti: due mezze pagine ne formano una: così, nell’angolo in basso a sinistra sarebbero dovuti apparire tutti i numeri in sequenza. In questo caso l’ultima pagina sarebbe stata la numero 244. Invece nel libro che sto esaminando le pagine sono virtualmente contate tutte, superiori e inferiori, ma il numero appare solo in quella inferiore. In questo modo spariscono tutti i numeri pari. Sembra un libro di sole pagine dispari. La solitudine delle pagine dispari. (MisterX)