(quando tutta l’Italia era rivolta alla cima del Karakorum)
Ho vissuto per alcuni anni in un paesino del centro della Sardegna, a ridosso dei monti del Gennargentu. Sono stati i primi anni della mia vita, e mi hanno regalato ricordi ancestrali d’infanzia con la neve e le montagne, grazie al lavoro un po’ girovago di mio padre. E poi c’era una giacca azzurra con cappuccio, un montgomery con gli alamari, regalo, credo, dei miei padrini. Aveva un bellissimo scudetto dalla parte del cuore, rosso e dorato con ricamata la sigla “K2”. Da allora, nel lessico familiare “K2” era quella giacca. “Mettiti il cappadue per uscire”, diceva la mamma.
In quegli anni il K2 aveva portato gloria all’Italia, grazie all’impresa di Compagnoni, Desio e soci: la prima spedizione a conquistare la vetta del Karakorum, la seconda cima del mondo dopo l’Everest, ma la più difficile in assoluto. Oggi su quelle cime ci vanno comitive turistiche, in tutta sicurezza grazie al supporto tecnologico che fornisce indumenti, respiratori, mezzi di comunicazione. Allora (era il 1954) certe cose si facevano ancora con pochi mezzi, abbigliamento inadeguato e tanto coraggio.
Di quella spedizione faceva parte anche il ventiquattrenne Walter Bonatti. Lui si occupò di far arrivare le bombole dell’ossigeno fino all’ultimo campo a 8000 metri, dal quale poi la coppia Compagnoni-Lacedelli prese la strada per la vetta. La storia è ben nota, ed è legata ad una polemica che in seguito attraverserà tutta la vita di Bonatti con una scia di accuse, difese e controaccuse fino al completo chiarimento, avvenuto quando Bonatti era già anziano.
Ma tornando all’impresa del K2, Epoca curò la copertura mediatica con una serie di servizi, anche a colori, che illustravano passo dopo passo i percorsi e le tappe, i personaggi e le attrezzature. Quella forse è la prima volta che Bonatti appare su Epoca, un giovanotto un po’ buffo con una folta chioma nera, barbetta e occhiali da montagna.
Mi ha fatto piacere poter sfogliare oggi quelle pagine, di cui allora ero del tutto ignaro, e che servono ancora a giustificare l’orgoglio di un bimbetto di quattro anni per una giacca azzurra col marchietto “K2” che non si voleva mai togliere. (P.P. Alberigi, 2 luglio 2015)
[n.d.r.] L’illustrazione “Il montgomery” è di Enrica Massidda. Aggiungiamo due estratti di Epoca che trattano dell’impresa del K2 (consigliamo di salvare i file sul pc prima di aprirli)
Ecco le prime immagini dell’attacco al K2 (13 giugno 1954)
Il K2 conquistato dagli italiani (4 servizi consecutivi a partire dal 1 agosto 1954)
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