Il ’900 è stato tra le altre cose il secolo delle grandi lotte per i diritti: quelli delle donne e quelli dei lavoratori. Entrambe queste lotte cominciano negli ultimi decenni dell’Ottocento, e spesso si mescolano e si sostengono a vicenda.
Edmondo de Amicis, l’autore del celeberrimo Cuore, è stato anche un attento cronista, testimone e militante nella lotta operaia, fino ad aderire al Socialismo. Scriverà questo romanzo nel 1890, l’anno successivo a quello dell’istituzione della festa internazionale dei lavoratori.
La storia si svolge nella Torino di fine secolo, dominata dalla borghesia industriale e anticlericale, ricca anche per le speculazioni in Borsa ma preoccupata per la nascita di organizzazioni, giornali e manifestazioni socialiste. La prima richiesta dei lavoratori, ancora del tutto privi di diritti, era quella delle “otto ore”, ma tante altre venivano appresso, compreso il diritto alla dignità.
Un giovane insegnante, letterato proveniente da una famiglia agiata, comincia a simpatizzare per il movimento operaio, e questo è l’inizio della storia, pretesto per mostrare lo spaccato di una società che non riesce ad accettare il cambiamento, mentre dall’altra parte cresce la consapevolezza e la forza, anche grazie alla ricorrenza del 1 maggio. Altre storie si intrecciano, spesso molto crude, e appaiono alcune forti figure femminili.
Questo romanzo non fu pubblicato durante la vita dell’autore, ma dovette aspettare quasi cento anni per vedere la luce. La prima edizione infatti risale al 1980 per Garzanti. Lo inseriamo nella nostra collana Ragnatele per offrirne la lettura in un tascabile piuttosto grosso (quasi seicento pagine), impreziosito da un’illustrazione di copertina di Enrica Massidda.
Volume tascabile di 590 pagine, formato 11×16,5cm, brossura. ISBN: 9788898556465